Va in ristampa la storia di un giovane futurista calabrese. E stavolta non solo per le librerie locali.
L’avvocato e ricercatore Santino Soda ripropone l’ultimo capitolo dell’esistenza terrena del giovane intellettuale Domenico Sola. Di Amendolara come l’Autore, Sola appena ventitreenne fa sua l’Idea del Movimento Futurista di Marinetti. Volontario nel corso della Grande Guerra, il calabrese muore sul Pasubio, il 29 maggio 1916: ferito ad entrambe le mani in modo grave, non sopravvive al coraggioso assalto delle trincee nemiche.
L’episodio drammatico consumatosi sulle Alpi tra il Vicentino e il Trentino offre a Soda l’opportunità di parlarci di un’epoca particolare della Storia italiana. Senza troppi fronzoli, con dati e date nonché una dettagliata iconografia dei fatti e delle persone, lo studioso amendolarese ci fa respirare l’entusiasmo di una parte della generazione di quel tempo.
La prima ristampa del saggio storico di Soda conferma di massima l’impostazione della prima stampa. Tuttavia, il lettore attento noterà la maggiore ricercatezza grafica della nuova opera e finanche qualche piccola revisione, qui e là, per conferire al prodotto editoriale finale la giusta dignità di traccia storica per chi vorrà continuare lo studio dei fatti anche in futuro.
Santino Soda non tradisce lo spirito iniziale del proprio saggio. La sua teoria di fondo è la stessa: i giovani meridionali e non solo che, dal 1915 in poi hanno creduto all’ideale di una Patria capace di forgiare rinnovati valori, si possono definire degli eroi. La loro vita stessa è il racconto di tutto questo. Il loro sacrificio è la teoria che diventa carne e sangue pulsante. Eroi e infine esempi per gli altri.
Dalla Calabria al Pasubio – Morte di un futurista merita una lettura non fugace. E anche qualche riflessione (e non solo storica). Al di là di come la si pensi su quegli anni e quell’Italia. Anzi, forse, soprattutto per questo.