Carne che palpita,
(notte che s’illumina)
e come una vecchia
canzone esprime
battiti leggeri del
cuore. Una puntina
gracida sul mare
scuro del sentiero
che dà voce alle
sue tracce e un po’
ammansisce il tuo
istinto. Ha un
senso questo mio
motivo dove la
nota s’arrende alla
calligrafia?
Esplode in un
salto suicida sul
vinile la lingua che
risposte non
conosce.
Finché ci si accontenta di stare all’ombra del “Sole” che ci si vanta di aver accanto (sopra, sotto, dentro, ovunque…), non resta che affidare a note e calligrafia l’ingrato (ma evidentemente cmq gratificante), compito di ammansire istinti e palpitio di carni.