Ragazze: in cucina! Con il sole o il temporale… in tempo di pace o di pandemia, le regole non cambiano: le donne in panchina.
Oggi sulla graticola ci va una donna calabrese: Jole Santelli. Si può essere d’accordo o meno con la sua ordinanza apri-tutto, ci mancherebbe altro. Si può dire che sia frutto di qualche ordine romano. Si può eccepire sul suo tempismo. Si può bocciarne perfino la sintassi, pensa te. Ma che c’entra l’aspetto fisico della governatrice?
Che ci azzeccano i vestiti della signora Santelli? O gli orecchini? O addirittura la sua vita privata passata a presente? Si può inondare di fango un’amministratrice locale attaccandola su tutto ciò che rientra nella sfera personale? Ben venga la critica sulle questioni politiche. Ma l’offesa personale no. Specie se di natura sessista.
Lo dico subito. Non ho votato Jole Santelli. Ma leggo la merda che le stanno gettando addosso e la nausea è troppa. Ripeto: discutiamo ‘sta sua ordinanza di queste ultime ore. Ma giù le mani dalla donna Santelli. Che invece viene ridicolizzata, ingiuriata, presa a pomodori proprio in quanto donna. Come a Roma la Raggi.
Diciamocelo chiaro. In Italia alle donne non si perdona l’ambizione politica. Non si digerisce con facilità il loro eventuale potere. Fateci caso… e non è un caso: a parità di cazzate, un uomo di potere si busca le critiche pure più roventi ma sul merito. Una donna, invece, è subito una poco di buono, una cretina, una racchia ecc.
Giusto in questi giorni un identico destino tocca a una delle più brave giornaliste di Mamma Rai. Parlo di Giovanna Botteri. Qual è dunque la colpa dell’inviata della Tv di Stato? Non pensare troppo a una pettinatura alla moda. Non perdere tempo nella scelta di abiti più ricercati. E giù ironia e altro fango sul web.
Santelli, Raggi, Botteri… solo tre nomi. Tre donne di ben differenti fronti ideologici. Perché in questi casi non è mica una questione politica. Si tratta soltanto di gratuita malignità in salsa sessista. Dove il merito non è mai considerato. Perché la gogna ha altri obiettivi. E se la critica arriva da altre donne, pure peggio.
Del resto, questo nostro non è un paese per donne – come ho commentato su un post ad hoc di Nunziatina Pignataro. E non c’è altro da aggiungere.
(Micene, 2 maggio 2020)
Il post che ho scritto su facebook, nasceva appunto dai commenti sarcastici indirizzati alla Santelli ( che – preciso – non ho votato neanche io) subito dopo la sua ultima ordinanza regionale. Ciò che mi ha indispettito è che, in gran parte dei commenti, specie su twitter, si faceva riferimento non all’ordinanza di per sé, ma al modo di porsi della Santelli oltre che al suo aspetto fisico. E questo succede di frequente, ogni volta che al potere c’è una donna. E gli autori dei commenti non sono solo maschi.
Purtroppo il problema del sessismo è ancorato alla cultura maschilista che è fortemente radicata e a cui le donne non reagiscono, rassegnate e con la coscienza sopita…l’elenco delle donne colpite con ingiurie sessiste è molto più lungo e questo silenzio, per chi come me è scesa in piazza per lottare per il riconoscimento dei diritti costituzionali , è assordante