Se tutto è mafia, nulla è mafia. La Letteratura sa regalarci illuminanti percorsi, a volte. La frase con cui iniziamo questo servizio è del siciliano Leonardo Sciascia, un grande nemico di Cosa Nostra e non un calciatore, come pensa una nota personalità della Sinistra coriglianese
L’Operazione “Santa Tecla” ripropone questo problema: guai a fare di tutta l’erba un fascio. Insomma, non va bene dire che “tutti i politici sono collusi”, che “tutti gli imprenditori sono mafiosi”. Puntare il dito contro l’intera società coriglianese è deleterio: gettare tutti in un Girone dantesco fa male agli onesti che vengono travolti dalla burrasca loro malgrado. Con una strategia – culturale, anche – del genere si fa in modo che proprio chi ha commesso reati e “marachelle” varie la faccia franca. Perché, appunto con Sciascia, se “tutto è mafia, nulla è mafia”.
E invece no. Esiste una Corigliano onesta. Capace di non fare festini sessuali a base di cocaina. Finanche di dire “No” al “pizzo”. Ecco un’altra fesseria in voga soprattutto in queste settimane: “In città se non paghi non lavori”. Non è vero. Ci sono imprenditori seri e coraggiosi che rischiano ma non pagano. E alla fine, per assurdo, sono pure “rispettati” dai picciotti. Al punto da non essere più disturbati.
Demagogia, la nostra? No: parlano le carte. Il primo faldone del “Santa Tecla” abbonda di esempi simili. Uno per tutti, a pagina 188. Il pm Luberto interroga il pentito Vincenzo Curato, è il 13 settembre 2007. Si parla del “pizzo” imposto ad alcune Aziende del posto per mezzo dell’acquisto forzato di materiale cartoplastico: fazzolettini eccetera. Lo devono pagare tutti questo pedaggio mafioso? No, c’è chi non paga. A muso duro. Onore a questa gente con le palle.
LUBERTO: “Senta, e quest prodotti venivano imposti”.
CURATO: “Si, venivano imposti si”.
LUBERTO: “In che modo?”.
CURATO: “In che modo? Che se li prendevano i… se li prendevano la maggior parte tutti quelli che pagavano le estorsioni perché a Corigliano l’estorsione la pagano tutti, in tutti i ristoranti che a Corigliano, tranne LUIGI AMIDA e qualcun altro la pagano tutti l’estorsione”.
LUBERTO: “Chi è LUIGI AMIDA?”.
CURATO: “E’ uno che c’ha il ristorante Il Miramare”.
LUBERTO: “Perché non la paga?”.
CURATO: “Non la paga perché ha fatto arrestare all’epoca ad Antonio Bruno”.
LUBERTO: “E quindi si spaventavano di questo?”.
CURATO: “Si spaventavano si, di andare a prendere l’estorsione. E a MIELE neanche gli cercano l’estorsione perché all’epoca fece arrestare molte persone”.
(24 agosto 2010)