Sette giorni di nulla. E ora un breve filmato denuncia questo niente. E ci mette paura. Perché, oltre il virus, siamo in braccio a Maria.
Da ore va forte sui Social una clip video. Due minuti e trentotto secondi bastano e avanzano. Fanno parte di un servizio giornalistico più ampio della trasmissione Report di Rai3. La troupe di Mamma Rai è in Calabria e controlla quello che succede a Castrovillari.
Siamo davanti l’ospedale del Pollino. E non è un filmato comico, pure se sarebbe meglio che lo fosse. A Castrovillari sono destinati i casi positivi della Piana di Sibari. Ma qui si va a tentoni: organizzazione zero, nulla come macchinari e quant’altro. Un dramma sanitario.
Un assurdo che dura solo sette giorni. La giornalista ci dice che subito dopo la questione-coronavirus passa all’Annunziata di Cosenza. Tutti i potenziali malati lì, allora: e saranno contenti quanti, nelle periferie joniche, dal primo istante predicano una soluzione simile.
Una opzione che, però, non convince la cronista di Report. Il filmato ci regala questo suo dubbio, infatti: Così oggi fuori dalla città di Cosenza, nella provincia più grande della Calabria, non è chiaro quale sia la struttura dedicata all’emergenza. Chiaro?
D’accordo, passerà questa maledetta vicenda. A Dio piacendo, con il caldo il virus sarà battuto prima e al Sud non sarà come a Bergamo. L’ottimismo aiuta sempre in questi casi: piangere solo porta male, ci veste di negatività e non va bene. Si: passerà.
Ma cosa resterà poi? Il nulla dei sette giorni di Castrovillari. Il niente della Sanità pubblica calabrese. Il nulla delle attrezzature e di quel minimo di organizzazione che valorizzi le pur tante professionalità presenti sul territorio. Rimarrà la solita Calabria ultima.
Quando la paura di oggi sarà un ricordo, ci riabitueremo a questo nulla. A poco a poco… lo abbiamo già fatto. Perché da noi stare male è una prassi. Qui ammalarsi è un lusso. E lo sappiamo tutti. Altrove un video così farebbe venire giù le montagne e in Calafrica, invece, ci si incacchia per un giorno su Facebook. E poi passa.
Altrove un video così ispirerebbe un pizzico di sdegno anche in qualche magistrato. E due domande se le porrebbe chiunque si dica vicino alla gente. Così per il mondo politico che quaggiù straparla di tutto. Ma poi alle parole si ferma. E amen.
Quando passerà la paura chi si ricorderà più (pure) di questa pagina di internet? Forse neanche chi l’ha scritta…
Caro Emilio, stai parlando del sistema politico-mafioso calabrese. Quando tutto cio’, se Dio vuole, sarà finito tutto sarà come prima o forse peggio di prima. La stessa Italia se non si libera dal fardello dell’Europa franco-tedesca sarà sottoposta ad una situazione di austerità permanente, con la conseguenza che dovrà sempre tagliare i costi della spesa pubblica, tra cui il diritto alla salute.