Sgomitate pure, ragazzi. Ma se non siete figli di qualcuno, mettetevi l’animo in pace: le urne non vi sorrideranno.
Sarà l’anno delle grandi sfide elettorali, il 2019. Europee e Comunali: dalle mire dei neo Capitani nazionali alle ambizioni dei soliti capetti corissanesi, ne vedremo delle belle. E se nomi nuovi ci saranno, per lo più si tratterà di giovani con degli sponsor eccellenti alle spalle, come sempre. Inutile illudersi del contrario.
Peccato. Perché negli ultimi mesi qualche faccia nuova si è pure vista in lungo e largo per la Sibaritide. Salvini, per esempio, ne ha ammaliati tanti di ragazzi dalle fresche speranze. Qualcosa hanno pure messo un saccoccia i grillini. Finanche Forza Italia ha registrato felici vagiti a tal proposito. E non manca qualche timido risveglio pure in casa Pd.
Non c’è male e, pur nel grande mare di fans dei bar alla moda e delle varie movide, c’è qualcosa che si muove. Io seguo con simpatia, per esempio, Mattia Salimbeni. È vero: le sue posizioni sono lontane anni luce dalle mie ma, vivaddio, ne apprezzo la passione, il tentativo di darsi da fare, la dialettica e anche l’umiltà con cui approccia le questioni locali.
Insomma, un giovane su cui scommettere, direte. E invece no. Perché, proprio mentre cominciano a muoversi gli eserciti del voto jonico, ecco che al buon Mattia sfugge qualche accento polemico sui Social e si intuisce che, pure stavolta, senza santi in paradiso i nostri giovani non vanno da nessuna parte. Neppure la città unica lo farà ‘sto miracolo. Ben vengano tutti i proclami di novità e cambiamento quando si fa salotto, ma a sei mesi dalle urne bando alle ciance e spazio alla matematica del consenso.
Tradotto? Contano i numeri. E conta chi ha numeri “grossi”: per clientela, o legami familiari, o poteri forti, o appartenenze politiche consolidate, o mani in pasta in questo o quell’altro Ufficio o Ente. Chi è giovane, di solito, su certi orticelli ancora non può contare: predica di ideali, di futuro, ha finanche delle buone idee. Tutto condivisibile ma che attizza poco chi tiene i fili del teatrino locale (e che magari già pensa a progetti e progettini per fare cassa al più presto).
Insomma, sveglia ragazzi. La politica locale è come la Formula Uno: puoi essere un ottimo pilota ma per guidare la Ferrari devi avere un sacco di sponsor pesanti. Se no resti a piedi. E questo pure se la “Formula Uno” jonica, a ben guardarla, resta il solito sfascia carrozze di vecchie Pande smarmittate. Che però si tengono forte il timone della baracca e addio sogni di rinnovamento.
Non basterà la neonata terza città della Calabria a cambiare le cose. I nostri Gattopardi mica so’ scemi: pare che tutto sia mutato ma occhio a illudersi, sempre gli stessi si ricicleranno in qualche modo. Perché dove le idee sono un fastidio, l’unico rinnovamento è quello… naturale. Beh, ragazzi, sotto quest’aspetto il futuro è vostro.
Per cui: abbiate solo un po’ di pazienza. Capisci-a-me.
Sono d’accordo con quel che dici, salvo alla fine: c’è una fetta di popolazione che necessita di rappresentanza, non possiamo lasciarla in pasto ai soliti dinosauri.
Tra mille rischi, saremo della partita.
Ad majora!
Se sarete “cazzuti”, giovani davvero nei modi e nell’agire e nel parlare, allora vincerete voi alla lunga. Ma se vi “farete vecchi” e di noi dinosauri mutuerete i versi, allora saranno guai, caro Mattia: per voi e per la nostra (già) disperata terra di Calafrica.