Ai primi sbadigli
di primavera, dalle
mie parti gli
innamorati scoprono
gli arenili: li vedi
calpestare macerie
di conchiglie,
mano nella mano,
che sussurrano
promesse che
sanno d’Infinito.
Poi, eccoli che
raccontano sulla
sabbia i loro
cuori. Felici…
Ah, folli!
La prima onda
leggera cancellerà
quelle vostre
scritte che come
l’edera hanno
radici vacue.
Sappiatelo: certe
parole devono
essere forti,
debbono essere
pietre, se no
basta un attimo
a portarsele
via, un po’ di
vento, l’orma d’un
bambino.
Amare è fuoco
violento, è
fiamma immortale
che nessuno
spegne: il resto
è sussurro
che presto sa
di vecchio e poi di
silenzio. Baci
rubati a labbra
destinate ad
altri.
(30 aprile 2018 – inedita)