Poesia, Storia e Giallistica. C’è un mondo nostro dove la Bella Scrittura sgomita e infine vola.
L’odore della colla rende preziosa la brossura di alcuni libri del genere. Ho la fortuna di poter fare i conti con l’inchiostro di alcuni di essi, proprio in queste settimane. In alcuni casi, inattesi e graditissimi, sono dei doni, davvero i più preziosi che ricordi. In altri, il più delle volte, sono acquisti fortunati.
Qualche nome, perché è giusto farlo. Maria Antonietta D’Onofrio, per esempio. Medico di famiglia in quel di Pisticci, l’Autrice lucana sfida l’animo del lettore con la sua pregevole raccolta Milla (singolare di mille), in cui il mondo femminile locale urla rabbia, sentimento e senso di giustizia.
Sa di creta impastata con sangue e calli Non di pietra è la mia terra di Lorenzo Curti, intellettuale e poeta di rango di una Calabria Citra che merita maggiore attenzione oltre i soli stereotipi. Così per la Storiografia di Santino Soda, capace di pubblicare la seconda edizione del suo saggio Dalla Calabria al Pasubio e, fors’anche di più, per il fotoreporter Francesco Sapia, alla seconda indagine di Rocco Amato in La morte non va in pensione.
Riparleremo di tutti, è una promessa. Non stavolta. Ora è altro che ci preme: questi titoli si trovano nelle librerie delle nostre zone e pure sulle piattaforme di vendita come Amazon. Cercateli, comprateli. Chi scrive lo ha fatto. E dire che nel caso di Soda, per dirne una, la prefazione Fratelli è mia e avrei potuto chiedere il libro a gratis. Invece no: gli Autori di Periferia vanno aiutati.
Non è facile pubblicare. L’Editoria non è il paradiso terrestre di chi scrive, specie a sud di Roma. Tanti predicano a favore della Cultura locale. Belle parole, predicozzi dal lessico alto, bacchettate a chi non è degno di far parte dei salotti eccellenti – ed esclusivi – di lor signori.
E poi? Eccoli esigere in regalo l’ultimo prodotto editoriale. Forse lo reputano un dovere verso alcuni piani alti della società nostrana. Quasi un pedaggio sociale, certo non intellettuale, in nome di chi sa quale diritto feudale. E lo fanno intendere senza tanti giri di parole, si offendono persino se non gli si riconosce tanta attenzione. Riempiono così le librerie delle loro case di fogli stampati che molti di essi mai leggeranno. Mai comprenderanno del tutto.
E no, cari: i libri si comprano. Quelli che sanno della polvere dei nostri calanchi o del profumo di zagara delle nostre campagne, anche di più. Magari a Natale, perché no? Per farsi un regalo importante e dare forza a chi ancora lotta per non spegnere la Voce delle nostre Periferie. Per la Bella Scrittura delle nostre contrade.
Per non perdere il vizio di raccontare la nostra Vita.
(Golfo di Taranto, 11 Dicembre 2023)
Da epoca remota nella nostra amata Italia purtroppo la cultura passa quasi sempre dalla politica, ecco il motivo per cui gli autori “minori” hanno sempre meno spazio. Per scrivere un libro che dica qualcosa di originale ci vogliono anni, molti dei cosiddetti “grandi” autori invece sfornano libri, come pani, ripetivi fino alla noia. L’unica consolazione che rimane al piccolo autore e che i libri più blasonati rimangono nelle vetrine delle librerie solo qualche mese, per poi finire al macero o negli scaffali di una biblioteca impolverata.
Resistere. Pure in questo campo. Ecco la formula per non farsi travolgere dal Silenzio generale. Ancora complimenti a te per la felice ristampa “futurista”.