Non allontanatevi dal casolare, che ci sono le vipere. Un ricordo segna l’ultima pagina del primo giallo di Francesco Sapia.
Eppure proprio una serpe ha ucciso la donna che rammenta questa eco della propria infanzia. Martina Giordano è la vittima di una Periferia che vive di contrasti e di altrettante ipocrisie. Un Sud, il nostro peraltro, dove la passione trasforma le persone in cose e il desiderio in estrema violenza.
Si legge tutto d’un fiato Il delitto del casolare. Vi si narra la prima indagine di Rocco Amato, cronista calabrese col fiuto d’un segugio e il legame stretto con la propria terra bella e disperata. Francesco Sapia è alla sua prima sfida con il romanzo giallo: il suo esordio è forte d’una scrittura veloce, un lessico semplice ma mai scontato. Nelle pagine della sua Opera prima, ad ogni angolo del percorso del giornalista detective, ci sta sempre un richiamo alle letture importanti dell’Autore. Una prova mai incerta che, forse, è soltanto la prima di una lunga serie.
C’è anche altro nell’esordio di Francesco Sapia. Ci sta la Sibaritide: Rossano un po’ più di Corigliano. La Sila Greca, Cariati. Le case dei ricchi e quelle della gente che vive di normalità. Ci sono le dicerie dei nostri paesi, la cattiveria di chi non sa capire la diversità e parla troppo. Il futuro tentato e la sconfitta dello stesso ad opera d’un passato che sempre ritorna, da queste parti.
La vittima, Martina, rappresenta la voglia di volare anche se il cielo è basso per chi s’illude di farlo. Non sfugge, la sfortunata professoressa precaria, alle sue origini comunque nobili. Alla madre ossessiva con le sue tradizioni. Al destino d’una famiglia che, comunque, va sempre a comandare. Pure se ci sta poco sul trono che continua a tenersi stretto. Come al di sotto di esso. Ama, Martina: ma anche in questo suo sentimento è la precarietà che vince.
Merita di essere letto, il romanzo di Sapia. C’è l’Autore dentro: i suoi ricordi, le sue amicizie della diaspora meridionale delle troppe partenze per lo studio e il lavoro. C’è la cucina locale che tanto ama: i posti, le campagne, finanche il fango dei luoghi sempre senza uno sputo d’asfalto. Ci siamo noi: e, mentre leggiamo di Rocco che cerca la verità sul caso, mille altre verità ci fanno pensare e un senso d’amaro in bocca rimane mentre le pagine scivolano via.
Fino, appunto, all’estremo ricordo della vittima. La vita l’abbandona e lei rammenta delle giornate spensierate in un Sud agreste. Il sole, il prato, gli animali di famiglia. La madre che le urla di lontano di non allontanarsi ché è pericoloso. Istanti felici che resteranno, comunque. Nel cuore di Martina come nei nostri. E che lasciano aperto il caso Rocco Amato: quant’altre vipere dovrà addomesticare il nostro amico? A Sapia l’onere di una risposta a breve. Più d’un lettore, ne siamo certi, se l’aspetta….
(ovviamente tanta emozione a rileggere de Il Piccolo del Mezzogiorno, un giornalino locale dove tanti Rocco Amato hanno sudato e sofferto, lottato e perso: grazie Frà)
Francesco Sapia
Il delitto del casolare – Le indagini di Rocco Amato
Scatole Parlanti, 2021 – euro 13,00