È una vicenda strana, quella del ritorno alla normalità nel post Covid-19. Se poi vivi nel Regno delle due Sicilie, allora è uno show.
È una storia senza memoria. Addio alla caccia alla mascherina o al gel per le mani. Addio alla paura di lasciarci le penne. Tutti fuori, adesso. E se indossi una mascherina di sabato sera sei un coglione.
La mattina no. Per gli Esami di Stato, per esempio, pure le mutande devi avere garantite contro il virus cinese. Il bidet va fatto con l’Amuchina e se ti depili prima è meglio, hai visto mai? Se arrivare in aula passi due posti di blocco e ogni volta firma la nuova versione del tuo testamento perché di questi tempi tutto può succedere.
La sera no. Si cammina tutti insieme appassionatamente. Baci abbracci e strette di mano, ché tanto a noi non può capitare, ché tanto il peggio è passato. Controlli? Nothing. Sanzioni? Ma sì pazz? Fa caldo e il virus suda troppo per seguirci tutti sul lungomare: se ancora è in giro, frega i più lenti e i più anziani. Evviva.
La notte, poi, non ne parliamo proprio. Preparatevi a scatenare gli ormoni che riapriamo le discoteche. Prima tutti a magnà tra pizzerie senza distanze e ristoranti senza menu… “È il Covid, signori: vi diciamo noi a voce”. E arrass il conto alla fine, se la Madonna non ti vuole bene. E poi, appunto, abballamm! Perché la vita è bella in pista.
Sarà che è un anno bisestile… ma di questo 2020 in tanti non capiremo una mazza fino al prossimo San Silvestro. E pazienza, adda passà ‘a nottata. Intanto ecco che qualcuno una bella sera torna a sparare le botte per una festa in riva al mare. Allora è di nuovo tutto come prima. E che vuoi di più per tornare a sorridere? Ma a Pechino di nuovo si parla di chiudere alcuni quartieri – sussurra il solito bene informato. Per carità, la Cina è lontana.
E vai col liscio. Che magari è stato solo un brutto sogno. O lo è ancora…
(Sibaritide, 21 giugno 2020)