Diciamocelo. Senza uno straccio di sana professionalità non se ne fa turismo. E fanculo a tutti i comizi sul mare bello che abbiamo.
Metà estate va via e ci ritroviamo con la solita fame di tutto sulle spalle. Non che non esistano esempi positivi anche qui, per quel che riguarda l’accoglienza turistica. Ma in generale si piange. E non è colpa sempre degli altri. Perché il turismo è una cosa seria, non si inventa.
Anche i turisti non si inventano. E in terra di Calafrica, patria di affitti stagionali senza regole e qualità, arriva di tutto e di peggio. Spesso ciò che altrove non ha diritto di cittadinanza. Gente che si porta da casa finanche la vaschetta del gelato. E vegeta per un mese.
Non si inventa anche la professionalità. Se gli addetti al turismo non li paghi, se anche in questo campo spesso è schiavitù pura, allora non si può esigere la perfezione. Se i modi di fare turismo non li insegni, poi devi accontentarti del volemose bene di ogni anno.
Neppure le programmazioni locali si inventano. E se un cartellone di eventi e affini lo pubblichi a fine luglio, mettendoci a casaccio ciò che viene in mente a qualche illuminato, allora la noia è assicurata. E già ti va bene che non ci scappi qualche barzelletta finale.
Né basta soltanto lo Jonio. Splendido, magico. Sporco a volte? Meno che altrove, in ogni caso. Eppure… inutile. Perché il turismo oggi si fa con una serie di offerte e relativi pacchetti che vanno oltre l’ombrellone e basta. Chi paga si aspetta giornate piene. Se no sceglie altri posti.
Che trova, nella Sibaritide, il turista di stagione? La pulizia? Il garbo dell’accoglienza? I trasporti pubblici efficienti? La pulizia dei luoghi? Cosa? E da quanti anni non trova quasi nulla di tutto questo? Chi ci investe nel settore le sa le risposte del caso. E si incacchia.
Intanto mezza estate, pure stavolta, è già un ricordo. Resta agosto. E quella voglia matta di non perdere pure questa occasione.
Prima che settembre conti i soliti cocci e le immancabili delusioni.
La cosiddetta Calafrica ha perso definitivamente l’unica grande occasione di lavoro e precisamente il turismo. Non penso infatti che questa occasione di ripeterà. La terra ancora selvaggia da scoprire, così come si presentava al turista che scendeva dal nord, è solo ormai un lontano ricordo!!!!
Purtroppo ancora una volta abbiamo dato prova di non credere nello sviluppo turistico come volano dello sviluppo economico del nostro territorio pensando che improvvisare basti
E di anno in anno è sempre peggio…