Amo il tuo
verbo morbido,
la tua rabbia
vendicativa,
i silenzi come
punizione,
certe volte.
Non ha senso
(mi dici,
ne sei sicura,
Sole?)
Ascolta…
C’è gente tanto
povera che ha
bisogno sempre
d’un calendario
per sapere a
quale clessidra
appartenga
il proprio tempo.
Io no,
io sono ricco:
ho te da respirare
per sentirmi
ogni volta parte
d’una primavera.
In una Poesia
che sfida giorni
e luoghi:
all’infinito.
(29 marzo 2018 – inedita)