Se parla il tuo
cuore io l’ascolto:
e cerco di intuirne
ogni accento e
ogni errore anche.
Trattengo il fiato
e alle tue sillabe
resto sospeso,
consumandomi nel
lento incedere dei
tuoi tempi. Né ti
chiedo il senso
per questo nulla
che tanto mi rende
schiavo. E se fa
male non mi pesa
e resisto, resto.
Perché, tu lo sai,
sei la mia malattia.
Ma la medicina
pure…
(18 luglio 2016)