Scorre, infine, il
nostro tempo muto:
scivola e va oltre,
sfida tempo e vento,
corre dove il Verbo
non sa descrivere
alcun senso di Vita.
E’ acqua che si
perde in rivoli di
poco, argentea, roca
nell’accarezzare
greti di pietra e limo.
Non esiste passo
che non abbia fretta,
a un certo punto
del cammino. Tutti
fuggiamo, prima
o poi: è come un
destino, o forse,
solo, la più inutile
delle condanne. Ma
così va la corsa del
torrente rosso che
tuona nelle nostre
vene. E geme, e corre,
e scompare poi,
perfino. Come certe
promesse che ci
facemmo un giorno,
lontano, consapevoli
che mai avremmo
avuto la forza per
non tradirle.
(1 gennaio 2015)