Ecco: fermalo, il Tempo.
digli di non scandire tanto
le tue prime rughe che
ti scavano il viso, ordinagli
di non cambiare la tua
voce, di non deluderti oltre.
Sorridiamo: un istante ci
vuole e tutto pare possibile,
pure ciò che non lo sarà
mai. Ma oggi tu sei forte, e io
anche lo sono, e il mondo
può ruggire quanto gli pare,
c’illudiamo di aver domato
il destino. Non pensare,
allora, non guardare tanto le
mie e le tue macerie, va’
lontano, ti seguirò, mi vedi?
Piove: ma il calendario
canta la primavera. Qui, però,
i nostri corpi sfrontati
sfidano ogni ansia possibile e
i giorni non contano più.
Tu sei riuscita nel miracolo più
difficile, hai fermato il
tempo, hai ucciso le mie rughe.
E anche se nulla dura per
sempre, ora siamo qui, in un
infinito che ci appaga.
Invidiati dal mondo, lontani…
(5 aprile 2014)