E torna il sangue a
scorrere, violento e vivo,
riaccende animi sopiti,
spegne amarezze, doma
malanimi struggenti.
Nel desiderio forte della
freschezza del tuo accento,
la lingua rammenta torrida
come scivolare sui denti
e, duellando con loro,
li batte infine in un fuoco
che sa d’aprile.
Non cercare le parole giuste,
non affaticarti sugli accenti
esatti: vivi. Già moristi per
le troppe paure d’un tempo,
ora basta. Perditi nell’agre
sudore della nuova
Primavera.
(28 febbraio 2014)