Amica mia carissima,
tu lo sai: questa Nota è per te. Se vivessimo in una società più evoluta, e tali fossimo noi stessi, scriverei il tuo nome e, lo so, tu ne saresti felice.
E invece no, si rischia la maldicenza dei soliti Soloni, il controllo pettegolo di chi ci ama solo sulla carta, la sferzata ipocrita di chi pecca eppure accusa gli altri dei suoi stessi danni. Allora “Amica” e basta: magari manco ti taggo qua… Mi perdoni, vero, per questa piccola viltà?
Al contrario il resto, quello che ti devo dire, te lo scrivo senza tanti peli sullo stomaco. A muso duro. E forse ti farò anche un po’ male. Ma chi ti vuole bene di solito ti fa piangere: tu ci riesci tanto bene con me e pure io, quando mi impegno, sono altrettanto bravo. Allora sarò diretto come hai imparato tu pure ad apprezzare. Te lo dico subito: la tua Solitudine, non coltivarla mai. Non farne una Divinità, non ascoltarla.
Te lo dico perché mi fa male vederti predicare una simile Religione personale. Te lo dico anche perché so che fa male farci i conti, dopo. Non me lo hanno raccontato, sappilo: lo vivo io. E quella Libertà tanto cercata, desiderata, idolatrata… non conta nulla, non mi dà sollievo. E sai perché? Perché la Libertà è un’illusione, un cappio, un ceppo al piede. Una puttana. E poco importa tenere il capo ritto se hai per cielo sempre nuvole.
No, Amica mia carissima, non inseguire un simile sentiero. Tu non lo sai, ma non porta da nessuna parte. Lo vedi: è accidentato, ci sta polvere, non ti dà nulla in cambio batterne il fondo. Preferisci piuttosto altri panorami. Pure quando ti senti invisa ai più, magari non capita: non abbandonarti alla tua sola anima, va oltre e chiedi al Mondo di parlarti, in qualche modo. E non credere a chi ti racconta il contrario: dice il falso.
Lascia stare certi discorsi vuoti. Chi di solito predica la Libertà, o ti sconsiglia di affidarti agli altri, lo fa soltanto per azzannare anche la tua parte di Mondo, sappilo. Chi poi della Solitudine ha fatto il suo altare, guardalo bene: ha una solennità buia in cui pregare il proprio Destino. Io ti chiedo, al contrario, di amare i colori. Di fare pace col sudore della gente, di infilarti in vicoli rumorosi e resistere alle gomitate.
Io ti imploro: vivi. Amati. Fallo per chi ami e che rischieresti di perdere. Fallo per te. C’è tutta una Poesia nel resistere al Nulla che ci fa da cornice. Adesso pure io ho capito il senso di questo segreto. Ma per me… forse è tardi. Per te no. Tu non devi danzare con la tua malinconia. Devi volare alto, convincerti che il Futuro esiste. E che il bicchiere è spesso mezzo pieno. Che domani è sempre un giorno buono.
Con il cuore ti dico tutto questo, Amica mia carissima. E, come sempre e lo sai, faccio il tifo per te. Ci sono fiori che a volte dimenticano che è tempo di sbocciare. E ti fanno penare nel frattempo. Ma sono fiori e non è giusto che si convincano di essere pietre. Un po’ come sei e fai tu: che sei Rosa di campo e meriti il Sole. Prenditelo, dunque. Respirane fino in fondo ogni energia e ogni luce. Te lo meriti.
Te lo meriti…
(23 maggio 2014 – facebook)