La rivoluzione a parole è più bella. Appassiona. Non regala fastidi e fatica. Nella realtà no, è un’altra cosa. Fa sudare, procura guai. Molto meglio un comizio o un convegno.
Ma poi basta, non conviene più di tanto passare dalle parole ai fatti: così, per esempio, per il blocco momentaneo della 106 all’altezza dei semafori di Santa Lucia a Corigliano…
In Sicilia nasce il movimento dei “Forconi”, per protestare contro alcune decisioni economiche del Governo, e anche in Calabria c’è chi replica una simile esperienza di lotta. In 40 circa si danno appuntamento proprio ai semafori di Santa Lucia. Molti vengono da Rossano. Altri, pochi, sono di Corigliano. La lista degli assenti è lunga: dei Partiti politici neppure l’ombra, salvo un po’ di estrema Destra ma manco. I Sindacati snobbano l’iniziativa e lo stesso fanno le Associazioni. Dove stanno coloro che predicano di rappresentare il “nuovo”? Non qui, è ovvio. Poi diranno che la cosa era male organizzata, che era strumentalizzata, che non la condividevano. La verità è che pure stavolta vince la pigrizia: per non dire del fatto che l’evento non può essere sfruttato a livello elettorale.
Mancano le emittenti radio-tv del posto. Ci sono i giornali, ci siamo noi di internet. Non ci sta nessuno che confezioni reportage audio o video sulla faccenda in questione. Manco il Commendatore c’è. Eppure la cittadina che guida la manifestazione, la signora Maria Filomena Russo, viene ricordata per delle battaglie passate vissute spalla a spalla con il “Giorgio coriglianese” per eccellenza. Ai semafori di Santa Lucia, però, il Commenda non ci sta, non c’è neanche una telecamera della sua Tv, nulla di nulla. Com’è ‘sta cosa? Dobbiamo pensare cosa, forse malignare che stavolta le urne sono lontane e…? Pure la Rai è assente, ma non è una novità: nella Sibaritide Rai3 non premia mai la gente comune, è troppo impegnata a far contenti i “soliti noti” che si parlano addosso nei più inutili convegni pubblici del mondo.
I quaranta “forconi” locali occupano la 106. Sono pochi e si vede. Prima vengono presi di mira da chi gestisce il trasporto quotidiano degli agrumi: la 106 non si tocca. “Dovete far passare i nostri camion o sono cazzi”: e il blocco diventa… flessibile. A certi personaggi non i può mai dire di “No”. Anche i “forconi” abbassano la testa. Chi ordina il passaggio franco nonostante il blocco della 106 è “uomo d’onore” e i manifestanti lo sanno. Lo sanno pure le tante forze dell’ordine presenti sul posto: ma non muovono un dito. Non si fanno avanti manco quando ci scappano minacce pesanti e spintoni. I manifestanti devono obbedire e il malaffare vince pure in questa occasione. A questo punto lo Stato si sveglia: e se la prende con chi? Ma con i “forconi”, è ovvio. C’è chi minaccia la galera subito dopo il sit in. Chi chiede i documenti. Chi fa il tifo per l’automobilista che forza il blocco e quasi mette sotto questo o quel dimostrante.
Tutti a casa ed è tempo di analisi. Una mitragliata di critiche investe i dimostranti. Non hanno saputo organizzare, non dovevano proprio farlo, hanno dato fastidio, sono loro che hanno rovinato e rovinano ancora l’Italia. “Cornuti e mazziati”: pure sul Blog cittadino non si fanno sconti alla serrata di Santa Lucia. Intanto, però, si commenta con toni più dolci il video che riguarda la figuraccia del medico di bordo coriglianese della Costa Concordia, quello che subito ha tagliato la corda al Giglio. Così va la vita, da noi. La povera signora Maria Filomena viene attaccata da tutti e deve quasi chiedere scusa per aver pensato a una protesta simile. Chi di solito predica un maggior attivismo popolare è tra i primi a lapidare i “forconi” locali. È come sparare sulla Croce Rossa e nessuno ha pietà a farlo: così finisce, male, il tentativo coriglianese di dare voce alla gente comune.
La Sibaritide è terra di pigrizia. Almeno nell’Area Urbana Corigliano-Rossano. I suoi sedicenti “pensatori” amano solo la teoria. E parlano, spiegano, criticano, bacchettano. “Una protesta così mica la si può organizzare su internet!”: i detrattori di Santa Lucia non hanno dubbi a riguardo. Ma, diamine, siamo nel 2012. Per la Rete sta passando ogni evento storico recente. Pure il mondo islamico lo sa, al punto da organizzare le proprie fila sul pc e i telefonini in occasioni della rivolta egiziana, algerina o libica. Da noi no, non si deve fare così. Da noi si amano i riflettori dei convegni “bla bla bla”. Da noi basta finire in due righe della Gazzetta e poco importa che non le leggerà nessuno. L’importante è restare a galla, non alzare l’onda. Che poi, in questo modo, i nostri “forconi” cosa credono di fare, dove pensano di andare? È tutto inutile.
C’è Sud e Sud. E Noi siamo un Sud brutto. Altrove tanta filosofia non la fanno e sanno come rimboccarsi le maniche davvero. L’ultima volta l’hanno saputo fare a Cirò Marina per i tagli di Trenitalia. Hanno fermato finanche i treni quella volta e nessuno ha rotto le scatole con le sue teorie dalla puzza al naso. Prima, e proprio lungo la costa jonica cosentina, si sono fatti sentire le popolazioni di Cariati a sud e di Trebisacce a nord, per dire “No” ai tagli sanitari della Regione. Non l’hanno spuntato, è vero, ma vivaddio hanno dimostrato di esistere. Prima ancora, una grande rivolta popolare ha reso bello il Sud nella vicina Basilicata. L’allora Governo Berlusconi aveva deciso di sotterrare tutte le scorie nucleari italiane a Scanzano Jonico, nel Materano, a pochi chilometri dal confine con la nostra Calabria. La gente lucana non ha fatto tante parole, allora: per settimane ha bloccato la 106 e Roma ha dovuto fare marcia indietro. Così si fa, e che è.
Da noi no, così non si fa. Ci sta sempre un falso maestro pronto a bocciare la passione popolare. Non vi fate fregare: quando costui bacchetta chi vuole agire o pensare, lo fa soltanto perché risponde a un ordine di scuderia, è organico a un piano più globale. È un burattino, per quanto eccellente, manovrato da uno dei soliti pupari di quaggiù. A chi detiene il potere politico ed economico, specie se lo fa con gli espedienti e i metodi più mediocri possibili, non conviene che cresca e conti uno spirito civico e liberale. Preferisce affogarci tutti nelle sabbie mobili su cui fonda la propria forza. Per questo, ai Forconi preferisce le Forchette. E alla fine ci frega tutti, impigrendoci, addormentandoci. Ma la Libertà è tutta un’altra cosa, ricordiamocelo sempre.
È Partecipazione!
(24 gennaio 2012 – facebook)