Tutti fermi e zitti. C’è il silenzio della vigilia elettorale. Poche ore e si va a votare per le Regionali. Alcuni lo faranno. Altri no. Ma intanto si rispetta la consuetudine di non fare più campagna elettorale. Ma è una fesseria. E da sempre.
Qualcuno corre di casa in casa. Come nelle altre occasioni. Qualcuno libera i suoi fan-cani. Altri ti fanno chiamare dal compare o dall’amico dell’amico. E quanti amici ci sono… e quante chiamate. Come da tradizione, si potrebbe dire.
Stavolta no, va anche peggio. Ci sta il telefonino. Ci sta pure Facebook. Che diamine: la volete finire di rompere sul mio cellulare? Non voto, NON VI VOTO! Basta con i link qua e altrove. La Posta che affoga del fango della vostra insulsa pubblicità.
Come quello della cordata Callipo che mi dice, sul cellulare, che ci vuole ancora uno sforzo. Ma sono stitico, amico bello, che vuoi sforzare? O il sinistroso che mi rammenta la battaglia comune per… ma poi lui che fine fece? Si nascose, si imboscò. E io a prendere botte. O dal Pdl, anche da lì, ecco l’eco-invito “perché sappiamo che Lei vale”. Non è vero, valgo un cacchio io!
Sono stanco. Nauseato. Populista anche… purché mi lasciate in pace. Compresa la leggiadra candidata che mai mi calcolò, anzi fece combutta per fregarmi, e ora dà mandato a un paio di comparucci per dirmi che è tempo di fidarmi di lei. Ma scherziamo?
C’è tanto da sopportare, ancora? Dio aiutami. E cadano le mani a coloro che domani avranno scarsa memoria e nelle urne premieranno ‘ste canaglie!
Amen.
(27 marzo 2010)