Fare patti con la malavita. «Si può anche», se il fine è quello di «produrre ricchezza». È una vecchia tesi tutta meridionale e vale anche nella Sibaritide. In tanti ce la ripetono convinti anche tra le macerie dell’Operazione Santa Tecla.
Le cose stanno così. Un imprenditore «è costretto» ad abbassare la testa se bussano alla sua porta i “picciotti”. Lo fa perché “costretto”, l’importante è però raggiungere lo scopo e creare un’impresa, posti di lavoro, qualità imprenditoriale. Ma è proprio così?
La realtà boccia anche questa illusione. Un caso concreto, e clamoroso, per capire come stanno davvero le cose. Operazione Santa Tecla appunto, il centro turistico “Airone”: il gioielliere Curto deve sottostare alle vessazioni dei fratelli Straface e del locale. Ci sono richieste continue di denaro, imposizioni su chi deve lavorarci, fatture false. Curto paga, l’importante è finire la struttura. Regalare alla zona un albergo «all’altezza».
Per internet la verità è tutt’altra. Nel sito www.tripadvisor.itsono i turisti che possono censire le strutture dove dimorano. La pagina dal titolo «StaResort Thurio L’Airone: Recensioni» è un campo di battaglia. In tredici dicono la loro e non fanno sconti. Basta la prima videata per avere il mal di testa.
Cosa ne è stato del villaggio costruito «con la ‘Ndrangheta addosso?». Una montagna di denaro pubblico, alla fine, è stata investita qui. L’utente “ferdima” è impietoso: «Da cancellare dalla cartina geografica… Hotel pessimo! Cucina scadente per qualità e quantità. Mancano le strutture e le attrezzature… La spiaggia è sporca, nessuno che si degni di pulirla, ed è anche priva di servizi igienici. Si salvano solo le stanze, ma solo perché la struttura è stata da poco costruita. Il personale è incompetente e sgarbato, i gestori ancora peggio: solo perché ci siamo permessi di dire che il mangiare era di pessima qualità, ci hanno presi a parolacce e ad un ospite il direttore ha testualmente detto: “Ti faccio tornare a casa steso”».
Il modo di fare resta… poco “ortodosso”. Un altro utente, “tripand”, conferma: «Mentre scrivo sono ancora presso l’albergo e per la prima volta arrivo a scrivere un giudizio così negativo… ma per la prima volta vedo cose come queste… Confermo che il mare è sporchissimo a causa del canale di scolo distante solo poche decine di metri dalla spiaggia del villaggio e che scarica schifezze in mare rendendolo di colore marrone!… La sensazione generale è che sia tutto votato al risparmio a spese del cliente che arriva avendo già pagato tutta la vacanza e che alla fine subisce le prepotenze e l’arroganza di parte del personale e della direzione».
La musica resta sempre la stessa anche registrando altri commenti. Attenzione: la più recente di queste bocciature è del 4 agosto 2010. Ed è tutto riscontrabile a questo indirizzo: http://www.tripadvisor.it/ShowUserReviews-g1169489-d1777599-r74290925-StaResort_Thurio_L_Airone-Corigliano_Calabro_Calabria.html#CHECK_RATES_CONT.
Non sono soltanto gli echi della cronaca nera ad affossare il territorio, allora. Pure chi ha tutto l’interesse di cancellare le peggiori ombre che, suo malgrado, gli sono cadute addosso ai margini del Santa Tecla, non fa niente per voltare pagina. E stavolta le ‘ndrine c’entrano poco. Si paga una cultura mafiosa che fa dell’arroganza e dello spregio di ogni regola un modello di vita. Anche nell’impresa.
E c’è poc’altro da aggiungere o commentare.
(16 agosto 2010)