«Io sono libero e lo sai…».
Me lo disse, un giorno, un giovane prigioniero di Alcatraz. Fuori c’era un caldo infernale. Nelle celle ci salvava la muffa alle pareti.
A volte anche la compagnia di un paio di ratti fa piacere. Sempre meglio della solitudine. Parlavamo. E ci illudevamo di non avere più le vecchie sbarre. «Vedrai… il Mondo ci sta aspettando». Ridemmo.
Una domanda stupida mi resta da allora: «Ma che diavolo hanno da ridere i cardellini in gabbia?». C’è chi mi ha spiegato che lo facciano in preda alla follia della prigionia. Sarà per questo che amo essere un folle? Purché consapevole, però.
Nessuno è libero in questo nostro Mondo di compromessi…
(12 agosto 2009 – facebook)