Bentornata Estate. Con gli ombrelloni, i ghiaccioli e… gli incendi.
Le buone abitudini, alla lunga, diventano… tradizioni. Appuntamenti di cui non si può fare a meno: come il panettone a Natale, l’uovo pasquale.
O la fila alle Poste quando ci sono le pensioni. E poi i cani abbandonati in autostrada tra luglio e agosto, le foto del mare sporco durante le vacanze, la cellulite su Facebook.
Di simili, buone abitudini, nel nostro Sud jonico sono pieni i fossi. E tutte sono legate alle scadenze del calendario. Per esempio, fai partire luglio ed eccoti i cieli calafricani che si colorano di grigio scuro. Temporali estivi all’orizzonte? Giammai: solo qualche tanica di benzina di troppo e un accendino.
Roba da malati? Protagonisti assurdi che cercano nella cenere dei nostri boschi la loro folle soddisfazione? Ennò, non è soltanto una questione… clinica. Intanto vanno registrati i ritardi strutturali della Calabria circa la gestione degli interventi e delle risorse ad hoc. La Regione pubblica norme ma… tutto resta sulla carta.
Invece, i piromani sono molto più concreti. Anche perché col fuoco estivo si fanno ottimi affari. Per esempio si può sospettare qualche speculazione edilizia, qui o lì sul fronte dei vari fuochi. Oppure coltivare troppi sospetti circa il business degli spegnimenti degli incendi, specie se le forze arrivano dal cielo.
I mezzi aerei usati per spegnere i fuochi estivi costano e producono profitti per i privati, non sono statali. È questo uno dei brillanti risultati ottenuti mandando in pensione il Corpo Forestale dello Stato: di fatto il servizio di spegnimento è ora in mano ai privati che se lo fanno pagare salato: un canadair costa quasi quindici mila euro all’ora, mentre per un elicottero ce ne vogliono circa sei mila.
Va da sé che qualche cattivo pensiero venga quando le fiammecominciano a essere un po’ troppo… ricorrenti e continue in certe zone. Che ci sia la mano interessata di qualcuno all’origine dei roghi? Possibile. Per questo l’estate scorsa non è mancata anche l’attenzione di alcune Procure della Repubblica, compresa quella di Castrovillari, che vorrebbero vederci più chiaro nella vicenda.
Ovviamente, non è mancato pure lo sdegno popolare. Tanta rabbia, tanto biasimo. Specie sui Social. E poi? Il solito silenzio d’autunno.
(18 luglio 2018)